LA CRISI AGRICOLA

Secondo le stime della ONU la popolazione mondiale aumenterà nel 2050 di un terzo rispetto a quella attuale arrivando a 9,1 miliardi soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Dall’altra parte il 70% della popolazione abiterà le aree urbane rispetto all’attuale 49% provocando quindi un abbandono delle aree agricole.
L’aumento della popolazione e l’incremento dei redditi porteranno alla crescita della domanda di cibo.

La soluzione per rispondere a questa domanda la si deve trovare sia nel miglioramento del rendimento delle culture che delle superficie coltivabile. Secondo le stime della FAO sarebbe necessario aumentare la superficie coltivabile di 120 milioni di ettari.

Dove si può trovare tutto questo terreno libero destinabile alla coltivazione, considerando la grande occupazione del suolo agricolo per la produzione di energia solare ed eolica?

La disponibilità ci sarebbe nei paesi in via di sviluppo ma spesso sono terreni nei quali si possono coltivare solo alcune specie di vegetali che poi sono quelle già largamente diffuse, oppure sono inquinati da sostanze dannose e per la maggior parte delle volte sprovvisti di infrastrutture adeguate e quindi richiedono grandi investimenti.

Nei paesi sviluppati invece si prevede che le terre coltivabili diminuiranno di circa 50 milioni. Ma in Italia il problema è anche a livello amministrativo in quanto, come è stato sottolineato nella conferenza “Food for all, tra etica e globalizzazione” (promossa a Roma dal Cnr in occasione della Giornata Alimentare Mondiale), la materia di politiche agricole è di competenza delle regioni e quindi non si riesce ad applicare una politica come a livello nazionale.
Se non si inizia a pensare alla produzione agricola nei paesi sviluppati bisognerà ricorrere alle importazioni con il conseguente aumento dei prezzi.

 

La soluzione che potrebbe apparire più ovvia è quella di creare da zero dei nuovi terreni ma bisogna considerare che a livello mondiale più del 37% del suolo viene usato per l’agricoltura, mentre solo il 31% è coperto da foreste e questo divario è destinato ad aumentare provocando due effetti collaterali:

 

 

Per rispondere a questi problemi in campo agricolo tenendo sott’occhio anche il benessere dell’ambiente si sono trovare alcuni suggerimenti da mettere in atto:

Alla luce di queste considerazioni noi ci siamo chieste: In che modo la nostra infrastruttura può dare il sui contributo per aumentare la produzione agricola in vista dell’aumento della popolazione cercando di limitare la dispersione di CO2 nell’aria?